Verde pubblico

La Città di Mendrisio gestisce in modo professionale le zone dedicate al verde pubblico e all’arredo urbano attraverso il sito del Verde pubblico.

Da ormai diversi anni la Città di Mendrisio si è dotata di un software specialistico, finalizzato alla gestione efficiente delle zone dedicate al Verde Pubblico ed all’arredo urbano. Attraverso il sito del verde pubblico di Mendrisio, la Città gestisce in modo professionale: i parchi urbani, i parchi gioco, le aree di svago, i sentieri, i bordi strada, i campi sportivi, le grandi alberature, le zone di arredo urbano, le piazze di raccolta rifiuti. I dati relativi al verde pubblico sono consultabili in questo portale, e permettono alle cittadine e ai cittadini di conoscere il patrimonio verde della nostra Città e di apprezzare i benefici derivanti da un’efficiente manutenzione di parchi, giardini ed aree dedicate allo svago. 

Patrimonio arboreo della Città

La gestione degli alberi in ambito urbano non è sempre facile, diverse problematiche come vecchiaia, stato di salute, parassiti animali e fungine, virus, batteri, problemi fisiologici, infrastrutture e naturalmente il cambiamento climatico, sono alcuni esempi che mettono a dura prova l’intero patrimonio arboreo. La gestione e la cura degli alberi svolgono un ruolo importante per la loro salvaguardia. 
Ecco alcuni punti chiave sulla gestione e cura delle alberature in città:

  • Identificare e catalogare gli alberi presenti
  • Analizzare il loro stato di salute 
  • Stabilire un protocollo per il controllo e l’ispezione
  • Valutare il rischio di cedimenti degli alberi per tutelare l’incolumità dei cittadini
  • Gestire l’esposizione al rischio
  • Pianificare gli interventi di cura e manutenzione
  • Promuovere lo sviluppo professionale dei collaboratori

Charta dei giardini

Promossa da energie-environnement.ch e sostenuta in Ticino dal WWF Svizzera italiana, la Charta dei giardini è un’iniziativa nazionale volta a sensibilizzare la popolazione, i proprietari e i gestori di aree verdi sull’importanza di salvaguardare la diversità biologica anche in ambienti urbanizzati e impoveriti dall’attività umana. Con pochi e semplici accorgimenti, seguendo 11 semplici indicazioni e raccomandazioni, si possono trasformare i giardini in luoghi ideali per accogliere la fauna e la flora locale, favorendo così una ricca biodiversità.
Come alcuni comuni del Cantone Ticino, anche la Città di Mendrisio ha aderito ufficialmente alla «Charta dei giardini», con la quale s’impegna a promuovere la biodiversità nel contesto urbano, a cominciare dalla grande area verde a vocazione ricreativa, situata nel cuore del quartiere di Mendrisio borgo, che comprende la selva castanile e il parco che circonda il comparto di Villa Argentina e del centro scolastico Canavee.

Alberi della vita

La Città di Mendrisio ha iniziato a piantumare nuovi alberi e nuove essenze da dedicare alle bambine e ai bambini che di anno in anno nascono e crescono all’interno della nostra comunità.

Prima cerimonia di battesimo
Dedicata a bambine e bambini nati nei quartieri di Mendrisio negli anni 2017-2018, la prima cerimonia si è svolta il 16 novembre 2019 al Centro sportivo Adorna di Mendrisio.

Seconda cerimonia di battesimo
La seconda cerimonia dedicata ai neonati del 2019 si è svolta il 24 ottobre 2020, sempre al Centro sportivo Adorna con la piantumazione di 3 gelsi e circa 200 piantine perenni.

Terza cerimonia di battesimo
Alla cerimonia del 21 settembre 2024 dedicata alle neonate e ai neonati del 2023, si è festeggiata la piantumazione di 3 alberi (ciliegi) e di circa 100 piante perenni con fioritura estiva/autunnale.

Divieto d’impiego di erbicidi

Il divieto di utilizzo dei prodotti fitosanitari in ambito urbano, compreso il diserbo, è una misura importante per la tutela dell’ambiente e della salute umana. 

Dal 15 marzo 2019, sono in vigore nuove modalità e obblighi per l’utilizzo dei prodotti fitosanitari in ambiente urbano. Queste normative ribadiscono l’intenzione di ridurre o evitare l’uso di tali prodotti.

Le piante indesiderate presenti su strade, sentieri, piazzali, terrazze e tetti non possono essere combattute con l'impiego di erbicidi. Queste superfici sono infatti prive di uno strato biologicamente attivo e il terreno non è quindi in grado di trattenere le sostanze chimiche contenute negli erbicidi che, in caso di pioggia, vengono dilavate direttamente nelle acque.

Per il diserbo delle erbe infestanti, si possono utilizzare metodi meccanici o termici. Occorre sempre prestare attenzione a non danneggiare inutilmente l'ambiente naturale circostante con sostanze tossiche, adottando le seguenti valide misure preventive e alternative all'impiego di erbicidi:

Zanzara tigre

Da anni la Città di Mendrisio è attiva nella lotta della zanzara tigre, l’ormai noto e minaccioso appuntamento che torna puntuale ogni primavera.

La zanzara tigre (Aedes albopictus) è una "zanzara cittadina" che colonizza prevalentemente piccole raccolte d'acqua per la deposizione delle sue uova, si riposa all'ombra su bassi arbusti e punge generalmente di giorno. Essa assomiglia ad altre zanzare sia per forma che per dimensioni, è grande come una moneta da 5 centesimi, ma presenta una striatura nettamente bianca e nera sulle zampe. Copre brevi distanze sotto i 100 metri, quindi si riproduce dove viene osservata. Di solito punge di giorno. La zanzara tigre può essere un vettore potenziale di malattie per l'uomo. Nelle nostre regioni la sua puntura causa per ora solo un fastidioso prurito.

Come combatterla, da maggio a settembre:

  • Non tenere all’aperto contenitori che possono riempirsi d’acqua
  • Sostituire l’acqua ferma in sottovasi, piscine per bambini e abbeveratoi almeno una volta a settimana
  • Chiudere ermeticamente i bidoni per l’irrigazione quando non piove
  • Colmare con la sabbia i buchi nei muri ove ristagna l’acqua
  • Eseguire i trattamenti consigliati

Per maggiori informazioni sulla zanzara tigre e sui trattamenti da eseguire è possibile consultare il sito dell'Istituto di microbiologia della SUPSI

Problematiche fitosanitarie e fauna selvatica

Coleottero giapponese

Il Coleottero giapponese (Popillia japonica) è uno scarabeide originario dell’isola giapponese Hokkaidō. Il primo ritrovamento in Svizzera risale al 2017, quando è stato catturato in una trappola a feromoni a sud del Ticino. Visti gli ingenti danni che può provocare in agricoltura e nel verde pubblico, questo coleottero è regolamentato in Svizzera e nell’Unione Europea come organismo da quarantena prioritario, ed è quindi soggetto all’obbligo di lotta e segnalazione al Servizio fitosanitario.

Cosa fare in caso di ritrovamento

Una volta installato in natura, l’eradicazione di questo insetto risulta molto difficile. All’inizio dell’infestazione il metodo di controllo più efficace è la cattura manuale degli adulti. Questa va effettuata durante le prime ore del mattino o in serata. Infatti, con l’innalzarsi delle temperature, gli insetti aumentano l’attività in volo e sono più difficili da catturare.In caso di ritrovamenti di larve o di adulti sospetti è indispensabile contattare il Servizio fitosanitario cantonale e conservare in un barattolo chiuso gli individui per permetterne l’identificazione e valutare la migliore strategia di intervento. Per maggiori informazioni sul coleottero giapponese è possibile consultare il sito del Servizio fitosanitario cantonale: Servizio fitosantitario

 

Flavescenza dorata

La flavescenza dorata della vite è una malattia di quarantena causata dal fitoplasma Grapevine flavescence dorée phytoplasma per il quale vige l’obbligo di lotta e segnalazione al Servizio fitosanitario cantonale. I danni causati dalla flavescenza dorata si manifestano attraverso una diminuzione di produzione e, nel corso di alcuni anni, con la morte delle piante colpite. A causa della sua epidemicità, in poche stagioni può interessare gran parte del vigneto. Per maggiori informazioni sulla Flavescenza dorata è possibile consultare il sito del Servizio fitosanitario cantonale: Servizio fitosanitario.

 

Formiche invasive del gruppo Tapinoma, Tapinoma nigerrimum aggr.

Di colore nero-marrone, le loro dimensioni variano in lunghezza dai 2 ai 5 mm. Hanno una forte attività di scavo e formano nidi nel terreno fino a 1 m di profondità, le cui entrate sono caratterizzate dalla presenza di piccoli mucchietti di terra scavata. Possono formare “supercolonie” con nidi collegati tra di loro e milioni di individui. Se schiacciate emanano un caratteristico odore di putrido. 

Dove presenti in massa possono risultare molto fastidiose per la loro aggressività, mordono ma non pungono e non iniettano veleno. Inoltre, possono avere effetti negativi sulla biodiversità delle specie locali a causa dell’elevato fabbisogno alimentare. Una volta installate in un nucleo abitato sono molto difficili da eradicare.

Segnalate in Ticino dal 2023, sono presenti al Nord delle Alpi dal 2012. Vengono diffuse passivamente attraverso il commercio di piante mediterranee e possono essere trasportate tramite materiale edile (terra, sabbia e altro materiale) e scarti vegetali provenienti dal giardino.

Causano infestazioni urbane e periurbane. Dove presenti in massa possono risultare molto fastidiose per la loro aggressività, mordono ma non pungono e non iniettano veleno. Inoltre, possono avere effetti negativi sulla biodiversità delle specie locali a causa dell’elevato fabbisogno alimentare. Una volta installate in un nucleo abitato sono molto difficili da eradicare.

In caso di ritrovamento, contattare la Sezione della protezione dell’aria, dell’acqua e del suolo all'indirizzo dt-spaas.neobiota@ti.ch oppure chiamando numero +41 91 814 29 71. 

Una volta confermata la presenza di questa specie, in attesa dell'intervento:

  • Evitare l’uso d’insetticidi, poiché inefficaci
  • Versare acqua bollente direttamente nei punti di entrata e di uscita delle formiche
  • Evitare il trasporto di terra e materiale vegetale all'esterno dell'area infestata

 

Peste suina africana

La peste suina africana è una patologia innocua per gli esseri umani, che colpisce esclusivamente i suini domestici e i cinghiali per i quali è quasi sempre mortale in pochi giorni. Si tratta di una malattia, epizoozia, altamente contagiosa ai sensi della normativa federale, i cui sintomi tipici sono debolezza, febbre ed emorragie a vari organi, fino a morte improvvisa. Non esistono vaccini.

Contagio e diffusione

Presente nel sangue, nelle feci, nelle urine, nella saliva e nei tessuti (muscoli, organi) degli animali ammalati, il virus della peste suina africana rimane infettivo per mesi nell’ambiente e nelle carni o nelle carcasse degli animali infetti. Viene trasmesso per contatto diretto fra animali e può diffondersi indirettamente tramite l'interazione con superfici contaminate, ad esempio mezzi di trasporto, stivali, strumenti, ecc. oppure tramite scarti di carne contaminata smaltiti nella natura. Le attività umane sono le principali responsabili della diffusione della malattia sulle lunghe distanze. I cinghiali la diffondono solo lentamente e su brevi distanze. 

Prevenzione: raccomandazioni di comportamento

  • È vietato foraggiare gli animali selvatici
  • Non abbandonare resti di cibo nell’ambiente 
  • Tutti i resti di cibo devono essere smaltiti in modo che siano inaccessibili ai cinghiali 
  • Al rientro da una regione colpita dalla peste suina africana è vietato portare con sé prodotti a base di carne suina (maiale o cinghiale) o trofei di caccia.

Per maggiori informazioni sulla Peste suina africana è possibile consultare il sito del Dipartimento della sanità e della socialità: Divisione della salute pubblica