Cent'anni fa, durante il biennio 1925-1926, in Italia si consolidava definitivamente il regime fascista. Il movimento fondato da Benito Mussolini nel marzo 1919 a Milano si caratterizzò fin dagli albori per i suoi tratti antidemocratici, violenti ed eversivi. La marcia su Roma del 1922, il delitto Matteotti e le «Leggi fascistissime» del 1926 diedero inizio al cosiddetto «Ventennio» che segnò anche una cesura nei rapporti tra il cantone Ticino e la vicina Italia. Il periodo 1920–1945 è al centro del ciclo di conferenze promosso dalla Biblioteca cantonale di Mendrisio e articolato in quattro appuntamenti.
Nel quarto e ultimo incontro, Gianni Oliva presenterà il suo ultimo libro 45 milioni di antifascisti (Milano, Mondadori, 2024) che ritrae un paese - l'Italia - che ancora non ha elaborato con onestà intellettuale il proprio oscuro passato recente; una circostanza che secondo l'autore lo condiziona tuttora in modo concreto. L'autore si occupa da anni degli aspetti meno indagati della recente storia italiana, con particolare attenzione ai nodi irrisolti del periodo 1943-1948.
Relatore: Gianni Oliva. Giornalista e storico italiano. Editorialista de La Stampa. La sua produzione saggistica è incentrata sulla storia italiana tra l'Ottocento e il Novecento: Mussolini e il fascismo; le
due guerre mondiali; la Repubblica di Salò e la guerra civile 1943-1945; le avventure coloniali
italiane; i Savoia e i Borbone; le forze armate; i crimini di guerra italiani; la Resistenza e le stragi nazifasciste del 1943-1945; le Foibe e gli esuli dell'Istria, Fiume, Dalmazia; la storia del Piemonte. Egli ha affrontato aspetti spesso trascurati dalla storiografia dominante. È stato preside di liceo, docente universitario e assessore alla cultura della Regione Piemonte.
Introduce: Stefano Vassere, direttore delle Biblioteche cantonali.