
I tarli asiatici sono coleotteri originari dell’Asia, appartenenti alla famiglia dei Cerambicidi. Con questo termine si identificano due specie invasive: il tarlo asiatico del fusto (Anoplophora glabripennis) e il tarlo asiatico delle radici (Anoplophora chinensis). Entrambe rappresentano una seria minaccia per numerose latifoglie ornamentali e forestali, come acero, salice e pioppo. Le larve scavano gallerie nel legno, compromettendo la stabilità e la vitalità dell’albero fino alla morte. Le conseguenze ecologiche, paesaggistiche ed economiche possono essere devastanti.
Attualmente, il tarlo asiatico del fusto è quello delle radici sono classificati come organismi da quarantena prioritari in Svizzera. La legislazione vigente prevede l’obbligo di notifica e lotta in caso di avvistamento o infestazione. Il controllo è affidato a ispezioni sistematiche delle merci importate (soprattutto imballaggi in legno) e a monitoraggi locali.
Dal 2011, in Svizzera sono stati confermati sei casi di tarlo asiatico del fusto, quattro dei quali già eradicati. Due focolai restano attivi: uno nel Comune di Zell (LU), rilevato nel 2022, e uno a Marly (FR), scoperto nel 2024. Per quanto riguarda il tarlo asiatico delle radici, si registrano due casi isolati risalenti al 2006 e al 2014, anch’essi già eliminati.
Nel Cantone Ticino, al momento non si segnalano focolai attivi, ma la situazione è da considerarsi delicata. Nella confinante Regione Lombardia sono presenti diverse infestazioni, e la frequenza degli scambi commerciali con l’Italia rende plausibile un’introduzione accidentale.
I danni maggiori sono causati dalle larve, che scavano gallerie all’interno del legno. I fori di sfarfallamento lasciati dagli adulti - perfettamente circolari e con un diametro tra i 10 e i 15 mm - sono un chiaro segnale di infestazione. Gli adulti sono visibili da aprile a novembre, ma si spostano solo su brevi distanze. Il principale veicolo di diffusione è il trasporto passivo tramite legname, piante ospiti o materiali da imballaggio non trattati.
Per prevenire l’insorgere di nuovi focolai è fondamentale la collaborazione di tutta la cittadinanza. Chiunque noti insetti sospetti o fori anomali sulla corteccia degli alberi è invitato a segnalarli alla Sezione forestale del Cantone Ticino o tramite l’apposito modulo online. Se possibile, l’insetto dovrebbe essere catturato in un contenitore di vetro chiuso, indicando con precisione data e luogo del ritrovamento.
Attenzione: alcune specie indigene – come il cerambice delle conifere (Monochamus sutor) o la rosalia alpina (Rosalia alpina) – possono essere confuse con i tarli asiatici. Trattandosi di specie rare e protette, non bisogna uccidere gli insetti sospetti, ma conservarli con cura e attendere il parere delle autorità competenti.
La Città di Mendrisio invita cittadine e cittadini a restare vigili e attivi nella protezione del verde, una risorsa fondamentale per la salute pubblica, il paesaggio e la biodiversità del nostro territorio.
Per maggiori informazioni o per segnalazioni specifiche, è possibile contattare l’Ufficio Verde pubblico al numero 058 688 34 94 (David Mutti, Oscar Weidmann) oppure via e-mail all’indirizzo neobiota@mendrisio.ch.