Alcuni tra i più importanti edifici di Odessa sono opera di architetti ticinesi. La ragione è da ricondurre al fenomeno migratorio che si sviluppò a partire dal Settecento in Russia e in Ucraina, dove confluirono numerosi abitanti provenienti dalle aree mediterranee. Dalle terre del Ticino giunsero dunque architetti, scalpellini, tagliapietre e artisti che seppero esprimere al meglio le loro abilità. Boffa, Torricelli, Bernardazzi, Balmelli/Balmeli, Frapolli, Pelli furono gli artefici del peculiare carattere "italiano" conferito alla città sul Mar Nero, fin dalla sua fondazione nel 1794, aggiudicandosi concorsi e commesse per edifici pubblici, opere urbanistiche e monumenti. Da qui l'appellativo di «Odessa, città dall'anima italiana». Ripercorriamo insieme questo felice secolo dell'architettura.
Relatori:
- Iryna Balmeli, storica dell'arte e ricercatrice presso l'Archivio del Moderno dell'Università della Svizzera italiana. Discende da una famiglia di origini ticinesi trapiantata a Odessa all'inizio del XIX secolo. Si interessa al fenomeno migratorio degli architetti, degli artigiani e degli artisti ticinesi in Ucraina e al loro rilevante contributo all'architettura e alla cultura artistica locale.
- Nicola Navone, vicedirettore dell'Archivio del Moderno, docente all'Accademia di architettura dell'Università della Svizzera italiana e membro del Collegio di dottorato Architettura, innovazione e patrimonio dell'Università degli Studi di Roma Tre. Le sue ricerche si focalizzano attorno a figure e momenti nodali dell'apporto degli architetti e dalle maestranze ticinesi: da Domenico Fontana a Francesco Borromini, fino al ruolo svolto nel trasferimento e nella diffusione della cultura architettonica italiana nell'Europa orientale.