
«Ossi di seppia» è il titolo della raccolta di poesie di Eugenio Montale pubblicata per la prima volta a Torino nel 1925. Un'opera che ha profondamente inciso nella cultura novecentesca sia dal punto di vista tematico - la disarmonia, il male di vivere per sfuggire al quale troviamo la costante ricerca del varco, della maglia rotta - sia dal punto di vista linguistico - Montale sceglie una poesia che ben ritragga tale disarmonia col mondo e si affida a parole lontane dalla tradizione, spesso scabre o aspre, legate agli oggetti-simbolo che rappresentino i temi esistenziali. L'osso di seppia è un relitto, esiliato dal mare, che riproduce raffigura il senso di esclusione montaliana dalla natura e dalla felicità. Come egli ebbe a dire: «La poesia non è strumento per conoscere la realtà, ma è solo ricerca e mai raggiungimento della verità».
Relatore: Prof. Francesco Bianchi.
Letture: Maria Luisa Cregut, Francesco Crescimanno e Roberto Regazzoni.
A 100 anni dalla pubblicazione di «Ossi di seppia» (1925–2025)