Milano e la Lombardia hanno avuto un ruolo centrale nella storia d’Italia sin dal periodo romano, un’importanza che si riflette anche nell’architettura in pietra. Un tratto distintivo dell’architettura milanese è l’uso di diverse pietre nello stesso edificio. Nonostante Milano si trovi al centro della pianura alluvionale del Po, lontana dalle cave di pietra, l’approvvigionamento fu garantito dai corsi d’acqua, dai laghi e dai canali appositamente scavati (Navigli). Lo studio della pietra come materiale da costruzione è stato ampiamente trascurato sia dagli architetti sia dai geologi. Proporre un’indagine sulle pietre impiegate nell’architettura di Milano (Parte Prima) e un’analisi petrografica delle pietre estratte in Lombardia (Parte Seconda) rappresenta dunque un contributo significativo.
Nonostante il titolo, nel testo si possono trovare numerose informazioni circa le pietre cavate nel Canton Ticino e anche indicazioni sulle pietre lombarde (Viggiù, Saltrio, graniti dei Laghi ecc.) utilizzate nei principali edifici ticinesi.
La Parte Prima offre un repertorio degli edifici milanesi rappresentativi di diversi periodi storici. Ogni edificio è descritto attraverso una scheda che include la storia della costruzione, l’architetto, le tipologie di pietra utilizzate suddivise in base alle diverse parti dell’edificio e con forma degli elementi lapidei.
La Parte Seconda descrive le caratteristiche delle pietre precedentemente citate. Si tratta di pietre provenienti da diverse aree geografiche, tra cui rocce metamorfiche e magmatiche dell’area alpina, rocce sedimentarie e materiali sciolti dell’area prealpina, rocce sedimentarie dell’area appenninica e sedimenti sciolti della pianura padana. Sono inoltre incluse alcune pietre di altre regioni italiane utilizzate nell’architettura lombarda.
Ogni pietra è descritta in una scheda che comprende informazioni sui nomi commerciali e storici, la classificazione petrografica, le caratteristiche macroscopiche e microscopiche, la composizione mineralogica, il contesto geologico, i siti di cava, le modalità di trasporto, la morfologia degli elementi lavorati e delle superfici, l’impiego nell’architettura lombarda e all’estero, e le morfologie di degrado. Particolare attenzione è dedicata alle pietre utilizzate nel XX secolo, molte delle quali mai impiegate prima a Milano e in Lombardia.
Relatori:
- Roberto Bugini. è nato a Milano, nel 1952. Si è laureato in Scienze Geologiche presso l’Università di Milano nel 1976. Dal 1983 già ricercatore presso il CNR-ICVBC (Istituto Conservazione Beni Culturali). Dal 2019 è ricercatore associato presso il CNR-ISPC (Istituto per le Scienze del Patrimonio Culturale). Dal 2009 è docente di Materiali Lapidei presso la Scuola di Specializzazione in Archeologia dell’Università Cattolica di Milano. I suoi ambiti di interesse comprendono le pietre e le malte utilizzate nell’architettura storica, con particolare attenzione al territorio lombardo.
- Luisa Folli, è nata a Lodi nel 1956. Si è laureata in Scienze Naturali presso l’Università di Milano nel 1990. Dal 1991 lavora nel campo della conservazione della pietra e dal 1995 è docente di Mineralogia e Petrografia presso Valore Italia – Centro Internazionale di Formazione e Ricerca per il Restauro e la Valorizzazione del Patrimonio Culturale (Lombardia). I suoi interessi includono analisi scientifiche sulla natura e il degrado dei materiali storici da costruzione. Ha pubblicato circa 150 articoli su libri, riviste e atti di convegni.