Cent'anni fa, durante il biennio 1925-1926, in Italia si consolidava definitivamente il regime fascista. Il movimento fondato da Benito Mussolini nel marzo 1919 a Milano si caratterizzò fin dagli albori per i suoi tratti antidemocratici, violenti ed eversivi. La marcia su Roma del 1922, il delitto Matteotti e le «Leggi fascistissime» del 1926 diedero inizio al cosiddetto «Ventennio» che segnò anche una cesura nei rapporti tra il cantone Ticino e la vicina Italia. Il periodo 1920–1945 è al centro del ciclo di conferenze promosso dalla Biblioteca cantonale di Mendrisio e articolato in quattro appuntamenti.
Nel secondo incontro, Orazio Martinetti parlerà del Ticino degli anni Venti e Trenta,
quando operò un vivace movimento irredentista, assai minoritario, che si riunì attorno alla
rivista «L'Adula» messa fuori legge dal Consiglio federale nel 1935. Fu attivo anche un
minuscolo partito fascista che raccolse pochi consensi elettorali. Un tema ideologico molto
in voga in quegli anni fu quello del corporativismo, un aspetto qualificante del pensiero
fascista, che fu ripreso e rilanciato in Ticino anche in altri ambienti.
Relatore: Orazio Martinetti. Laureato in storia, letteratura italiana e filosofia. Storia e giornalismo sono da sempre le sue grandi passioni. Si occupa in particolare di storia socioeconomica e di storia delle idee. Tra le sue pubblicazioni recenti: Itinerari della
neutralità. Profilo storico di un caposaldo elvetico (2024), Il Ticino sottosopra (2021), Sul ciglio del fossato. La Svizzera alla vigilia della Grande Guerra (2018), tutti editi da Armando Dadò, Locarno.
In dialogo con: Maria Grazia Rabiolo, giornalista.