Storia di Tremona

Probabilmente il nome deriva da «tre montes», in realtà i monti sono quattro. Le colline più in vista sono: Castello, Sant’Agata e Grom. La quarta collinetta, la «dimenticata» per eccellenza, è Certara. Tremona sorge ai piedi del promontorio di Sant’Agata, circondato da colline e ronchi.
Le origini del borgo sono molto antiche. In zona Castello, sono state trovate tracce di insediamenti che coprono un arco di tempo di almeno 7’000 anni, dal neolitico al XIII secolo. Le dimensioni dell’insediamento sono piuttosto ampie e i ritrovamenti di reperti archeologici sono tuttora consistenti.
Cittadini illustri di Tremona furono il pittore Antonio Rinaldi e lo scultore Enrico Mariotti, ma anche Giuseppe Rusconi che lavorò tra il Seicento ed il Settecento a Roma, dove fu anche professore accademico.
Tremona fu anche terra di emigranti che fecero fortuna in sud America: tra questi troviamo la famiglia Durini.

I Durini di Tremona
architetti – costruttori in Ecuador

Notevole è l’opera architettonica di Lorenzo, Francisco e Pedro Durini. Emigrati ticinesi dall’inizio del secolo scorso in Ecuador e in altri stati dell’America Latina(Messico, Costarica, Guatemala). L’apporto di questi nostri compaesani, la cui famiglia ha assunto la nazionalità equatoriana, occupando un importante rango, sia nel mondo sociale sia in quello economico della nuova patria adottiva, è stato dei più notevoli nell’ambito del paesaggio urbano di questo paese sin dall’inizio del Ventesimo secolo. Molto numerose e svariate sono le costruzioni e i progetti che gli architetti Durini hanno edificato o ideato sulle piazze delle principali città dell’Ecuador, come a Quito, capitale dello stato, a Quayaquil, porto principale dello stato, ad Ambato, a Riobamba, ecc…).Si tratti di costruzioni pubbliche (parchi civici, monumenti, edifici amministrativi, mausolei) o di costruzioni private, (specialmente ville patrizie), lo stile dei Durini, assolutamente nuovo per l’epoca, ha contribuito a conferire una nuova fisionomia al contesto urbano dell’epoca. È impressionante rendersi conto del ruolo assunto da questa importante famiglia di costruttori ticinesi, durante l’epoca detta repubblicana, nella trasformazione e modernizzazione architettonica dei principali centri urbani di questa lontana terra che si affaccia sul Pacifico. Un numero importante delle opere degli architetti e costruttori Durini hanno resistito all’erosione degli anni e possono essere ancora ammirate nelle medesime città. Con le dovute proporzioni, l’intervento dei Durini nel tessuto urbano di quelle città, può benissimo essere paragonato all’intervento del Gaudì a Barcellona, a quello del barone Haussmann nella Parigi della fine dell’Ottocento, in un’epoca immediatamente anteriore a quella dei nostri emigranti in Ecuador. La famiglia Durini approda a Tremona alla fine del secolo XVIII proveniente dalla Lombardia.  E del paese di elezione ha fatto sua una peculiarità della nostra gente: imparare il mestiere di emigrare. Giovanni Durini (1826-1907) apprende la professione dello scalpellino nelle “baracche” di Arzo e, poi, invece di seguire i Tremonesi nelle loro peregrinazioni stagionali in Piemonte e nell’Oltrepò Pavese, dopo aver sposato Elisabetta Vassalli, sorella del benemerito sindaco di allora, Gerolamo, che gli ha dato due figli: Francesco e Lorenzo, tenta l’avventura nelle terre lontane, ha “attraversato il bozzo” (“l’a traversaa ul buzun” – bellissima locuzione dialettale che era sulla bocca di tutti gli emigranti che andavano in America) ed approda in America del Sud.

I fratelli Francesco e Lorenzo, che si sentivano attratti dall’architettura, ritornano in Europa per proseguire gli studi a Milano e a Genova. Lorenzo, al ritorno in Ecuador, ha formato famiglia sposando Juana Càceres. Nel 1888 lascia l’America per fare ritorno a Tremona, da cui era partito quasi adolescente, con i tre figli Francisco, Pedro e Gemma. Tutti e tre hanno frequentato la scuola elementare del villaggio di origine dei nonni. Francisco ha intrapreso gli studi di architettura a Milano. Poi l’intera famiglia ritorna nell’Ecuador. Pedro è stata la personalità enigmatica dei Durini. Alla continua ricerca di se stesso ha soggiornato nel Costarica, in Guatemala. Inizia gli studi commerciali ad Amburgo. Nel 1908, dopo la morte del padre, raggiunge Quito dove fonda una grande impresa di costruzioni edili. Nel 1909 estende la sua attività nel Costarica. Muore nel1912, all’età di soli 30 anni. Francisco Durini Càceres, dopo la scuola elementare a Tremona, frequenta gli studi di architettura nell’istituto tecnico di Milano.Ritorna a Quito nel 1904 dove si afferma subito come architettoestroso. In America aveva portato e divulgato gli schemi della scuola classica italiana. Muore a 90 anni. Suo figlio Pedro, scrittore, continua dell’opera del padre, nell’arte edilizia, mantiene sempre i contatti con i lontani parenti a Tremona specialmente con la signora Lilia Müller – Vassalli.

Opere principali degli architetti Durini
•El monumento de la Plaza Grand – Francisco Durini C. 1904
• El mercado de San Blas – Francisco Durini C. 1905
• Las camaras del congreso nacional – Lorenzo Durini 1905
• El proyecto del palacio legislativo – Lorenzo Durini 1904
• La columna a los proceres del 9 de octubre – Francisco Durini C. 1907
• El mausoleo Teodoro Larrea – Pedro Durini 1907
• El pasaje royal delQuito – Francisco Durini 1920
• El parque maldonado de Riobamba – Francisco Durini 1912
• Las verjas de Plaza Grande – Francisco Durini 1910
• El edificio del circulo militar – Francisco Durini 1917
• El monumento Juan Montalvo en Ambato – Francisco Durini 1905
• El mausoleo Palacios – Lorenzo Durini 1904
• El antiguo edificio del banco central del Ecuador – Francisco Durini 1921
• El monumento a Pedro Vicente Maldonado de Riobamba – Francisco Durini 1911
• La Quinta agronomica de Ambato – Lorenzo Durini 1904, progetto
• El monumento a San Martin en Lima – Lorenzo Durini 1905, progetto
• El cementerio de Santa Lucia y capilla de Las Almas – Francisco Durini 1937
•El Quiosco de la Exposicion de 1909 – Pedro Durini 1909
• El mausoleo Naranjo en Ambato – Pedro Durini 1908
• El monumento a Vicente Leon en Latacunga – Francisco Durini 1911
• El mausoleo Albornoz de Ambato – Lorenzo Durini 1905
El mausoleo a los Padres del General Leonidas Plaza G. – Lorenzo Durini 1905
• El proyecto del Palacio Municipal de Quito – Francisco Durini 1908
• El proyecto para la Gobernacion del Guayas – Francisco Durini 1922
• El proyecto del Palacio Municipal de Guayaquil – Francisco Durini 1909
• El parque Montalvo en Ambato – Francisco Durini 1911
• El monumento a los Heroes Ignotos – Francisco Durini 1921
• La basilica del voto nacional – Francisco Durini
• El mausoleo de Gonzalo S. Cordova – Francisco Durini 1920
• La caja de pensiones en Quito – Francisco Durini 1920
• El banco del Pichincha – Ricostruzione di Francisco Durini 1936
•El sanatorio Rocafuerte de Quito – Piano realizzato da Francisco Durini 1907
• El mausoleo Aviles de Guayaquil – Direzione della costruzione Francisco Durini 1907
• El Hotel Internacional de CuencaDisegno di Francisco Durini 1932
• El panteon municipal de AmbatoDisegno di Lorenzo Durini 1906
• El antiguo banco de Prestamos – Ricostruzione di Francisco Durini 1924
• El mausoleo Albornoz en Quito – Francisco Durini 1912

Testi tratti da
“ Tremona, tessere per un mosaico” di Giovanni Piffaretti, a cura della società Tiro a Volo Tremona, 1995

Antonio Rinaldi (Tremona 1816-1875)

Antonio Giovanni Felice nacque da genitori agiati: Giulio Rinaldi e Anna Andreazzi. Si sposò nel1846 con Giulia Carolina Andreazzi da cui ebbe otto figli. Fin dall’inizio frequentò le scuole a Milano, ed avrebbe dovuto indirizzarsi verso gli studi letterari, ma avendo manifestato un marca-to interesse per l’arte, il padre assentì a farlo iscrivere all’Accademia di Brera. Antonio vi entrò nel1829 e lì studiò fin verso il 1840 sotto la guida di Luigi Sabatelli che insegnava in quella scuola dal1808. (…) L’Accademia diede al Rinaldi una solida disciplina, ma non si può parlare di un pesante influsso del maestro sull’allievo. Quest’ultimo risentì soprattutto del clima dominato dall’Hayez, anche se quell’artista si farà sentire solo limitatamente nella pittura del Rinaldi, la cui vena romantica sarà più che altro intuitiva e ben poco legata al “romanticismo storico”. Essa sarà alimentata da e alimenterà una profonda religiosità. (…) Dopo l’Accademia, tornerà a Tremona da dove non si sposterà praticamente più, salvo rare eccezioni (si recherà a dipingere in Brianza, nella Svizzera francese e a Cavergno). (…) Proprio per questo “isolamento”, l’opera del Rinaldi è di difficile collocamento nella storia dell’Arte dell’Ottocento italiano, benché permanga la difficoltà di storicizzazione dovuta a diverse ragioni, si può affermare che la sua opera appartiene al romanticismo con immissioni di realtà che ce lo possono far avvicinare, in qualche modo, a Vincenzo Vela. Egli però rispetto al Vela è un artista tutto provinciale, in un senso non certo negativo se pensiamo a quanto la provincia lombarda ci ha dato. Il Rinaldi è inoltre il prodotto di una formazione accademica, di una tradizione “colta”, ma assai spesso volontariamente dimenticata per procedere d’intuito su vie rischiose che conducono a momenti imprevedibili.Pensiamo di poter dire che nella storia dell’arte lombarda dell’Ottocento sarebbe oggi auspica-bile tener presente una personalità come quella del Rinaldi. E, lo diciamo senza timore d’esagerare, perché ci troviamo di fronte ad un’opera in gran parte di dignità certa, con momenti sicura-mente alti come in: “La Romantica”,  “Cacciatore piumato”, “L’Immacolata”, “Il marmista Aglio”, “Il Cappuccino”, “La Santa Teresa in estasi”, “Lo spazzacamino piangente” e di altri dipinti ancora, che mostrano un pittore capace di offrire elementi e rinnovata espressività.

Testi tratti da
“ La Pinacoteca Züst” di Jean Soldini, edizioni Casagrande 1988.

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Ultimo aggiornamento: 26.10.2015